Si scrive burnout, si legge “sindrome da stress da lavoro”, un disturbo causato da carichi di lavoro eccessivi e usuranti per troppo tempo sottovalutato e che proprio in questi giorni l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha finalmente riconosciuto ufficialmente come malattia da lavoro.
I soggetti più esposti al burnout (che significa letteralmente “bruciato”, “fuso”) sono le donne e caregiver. Ma vediamo cos’è la sindrome da stress da lavoro, come riconoscerla e come combatterla.
Il burnout viene spesso confuso con il più classico esaurimento nervoso, ma a differenza di quest’ultimo, il burnout si sviluppa principalmente all’interno di un contesto lavorativo. Turni estenuanti, aspettative elevate riguardo alle proprie performance, carichi di lavoro eccessivi, ambiente lavorativo ostile e grandi responsabilità possono portare a sviluppare un disturbo da burnout con un crollo fisico ed emotivo.
I principali sintomi di questo disturbo sono:
- Forte demotivazione
- Isolamento dall’ambiente lavorativo
- Irritabilità
- Senso di colpa
- Mal di testa e spossatezza
- Disturbi del sonno
- Debolezza
- Inappetenza
La sindrome da burnout si traduce a livello lavorativo in basse performance e a livello personale in morale basso e mancanza di interesse verso tutto ciò che ci circonda.
Il burnout è stato studiato per la prima volta negli anni 70, in relazione alle professioni mediche, ma nel corso degli anni si è notata un’alta incidenza anche in ambiti come l’insegnamento e l’educazione (di recente si è cominciato anche a parlare di burnout genitoriale).
Se non riconosciuto e curato in tempo, il burnout può portare a problemi più gravi e profondi come depressione, abuso di sostanze stupefacenti o alcool.
Al momento l’Oms non ha indicato una vera e propria cura per questo disturbo, ma sicuramente possono giovare interventi di supporto psicoterapeutico per favorire il rilassamento e scaricare lo stress. Importante anche adottare abitudini di vita e alimentari più sane.